mercoledì 12 dicembre 2012

Scuole in mobilitazione a Vicenza e provincia


ultimo aggiornamento 12/12/12


Per  fare il punto sullo stato di confronto e mobilitazione delle scuole di Vicenza e provincia abbiamo provato a sintetizzare le iniziative che ci sono pervenute.
 In questo momento, con la gran parte delle scuole che stanno mettendo in atto in modo autonomo diversi tipi di azioni, riteniamo importante  documentarci sulle novità che stanno avanzando e coordinare le nostre iniziative per renderle più efficaci.
 Aggiorneremo questo elenco anche in base alle segnalazioni che arriveranno all'indirizzo della nostra mailing list assdifesascuolapubblica@yahoogroups.com  (solo per gli iscritti *) o a quello del moderatore assdifesascuolapubblica@yahoo.it

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza
www.difesascuolapubblica.blogspot.it

Segnaliamo in particolare:
  • l'autogestione degli studenti del Boscardin di Vicenza
Occupazione del Boscardin a Vicenza 
  • la partecipazione degli studenti vicentini alla manifestazione della Fiom a Padova
 Studenti e metalmeccanici a Padova per la manifestazione regionale
  • la protesta degli insegnanti di educazione fisica a livello provinciale e nazionale
Blocco delle attività sportive scolastiche


 
Scuole in mobilitazione a Vicenza e provincia


IC6 Vicenza, scuola media Muttoni
Blocco dei viaggi d'istruzione. In preparazione un documento. 
Situazione al 19 novembre 2012

I.C.8 Vicenza
Proposta definita dall’assemblea sindacale del 13 novembre che si discuterà in Collegio docenti: 
Sospensione dei viaggi d'istruzione, delle attività delle commissioni tranne quella Sicurezza, dei progetti che comportano ore da incentivare, dell'aggiornamento NON in orario di servizio, delle feste, delle attività extracurriculari per il personale ATA.
Per le supplenze: dopo il primo giorno NON si dividono le classi se ciò comporta una quantità di alunni superiore ai 28-30 (situazione dell'Infanzia), quindi i bambini  vengono mandati a casa. Sono stati sottoscritto da quasi tutto il personale dell'Istituto i documenti:  
documento1     documento2
Situazione al 3 dicembre 2012

Istituto Rossi di Vicenza
Blocco dei viaggi d'istruzione e, a maggioranza, boicottaggio del registro elettronico.
Si è deciso di chiedere ai sindacati di proclamare il blocco degli scrutini poiché detto divieto è contenuto nello stesso contratto che prevede l'indennità di vacanza contrattuale, già bloccata dal governo. 
 
Situazione al 19 novembre 2012  

Istituto Boscardin di Vicenza
Sospensione della quasi totalità delle attività non obbligatorie. Decisione di informare studenti e genitori con una lettera aperta. 
Situazione al 19 novembre 2012  

Istituto Fogazzaro di Vicenza
Approvazione di un documento all'unanimità.
Blocco dei viaggi d'istruzione, dei progetti (ad esclusione
di orientamento e sicurezza ), del ricevimento collegiale dei genitori, dei recuperi e degli sportelli, della sostituzione
con ore eccedenti dei colleghi assenti. Per alcune attività il blocco è stato deciso all'unanimità per altre a maggioranza.
L'informazione alle famiglie è per il momento veicolata attraverso i rappresentanti di genitori e
studenti nelle riunione dei Consigli di classe.
Possibilità di un passaggio della mozione in una riunione autoconvocata
del Collegio. . Situazione al 20 novembre 2012

Istituto Montagna di Vicenza
Blocco attività aggiuntive e ore eccedenti di insegnamento, delle attività oggetto di ampliamento dell'offerta formativa, tranne le attività di orientamento e sicurezza, delle visite guidate e viaggi di istruzione.
E' stato deciso di sottoporre alla firma individuale un documento d'impegno da inviare al Dirigente Scolastico. 
Situazione al 20 novembre 2012

Istituto Da Schio di Vicenza
Il collegiogio docenti del 6 dicembre, su proposta dell'RSU che ha presentato la mozione votata in assemblea sindacale, ha sospeso a larga maggioranza tutte le attività del POF non abbligatorie, compresi progetti, funzioni strumentali e commissioni.  Gli insegnanti di educazione fisica hanno confermato la sospensione delle attività sportive stabilita a livello provinciale. A breve verrà inviato al Comitato genitori ed ai rappresentanti degli studenti un documento che spiega le ragioni della protesta. 
documento
Situazione all'8 dicembre 2012

Liceo Quadri di Vicenza
Proposte di iniziative e documenti volti a restituire dignità e riconoscimento al lavoro dei docenti nella scuola. Per informazioni e adesioni scrivere a mail@paolovidali.it  
Situazione al 29 novembre 2012

IC 2 Montecchio
In preparazione  volantino per incontrare famiglie e spiegare le ragioni della protesta. Sospensione di alcune attività che rischiano di essere ridimensionate dai tagli. Sospensione Biblioteca e parte delle Commissioni.
Situazione al 2 dicembre 2012

Istituto comprensivo Valdagno 2 
Sospensione di attività pagate con fondo fis o pagate dalla scuola, le gite, gli incarichi comprese le funzioni strumentali con l’eccezione di alcune attività già avviate. Lettera per le famiglie.
documento
Situazione al  2 dicembre 2012

RSU dei Comprensivi dell'alta valle dell'Agno (Recoaro, Valdagno 1 e 2, Cornedo, Castelgomberto e Trissino)
Sintesi comune: documenti da consegnare ai DS e ai rappresentanti dei genitori  e dichiarazione di sospensione dall'incarico (da firmare in forma collettiva) per gli incarichi a nomina individuale (FS, referenti,fiduciari, collaboratori..).
In preparazione una lettera diretta alle famiglie
Situazione al 19 dovembre 2012

 ITIS "Marzotto" di Valdagno
Blocco dei viaggi d'istruzione e progetti non essenziali (quali l'orientamento) e dimissioni da segretari, coordinatori, responsabili di laboratorio, a larghissima maggioranza.  
Situazione al 17 novembre 2012

Comprensivo Roncalli di Dueville
Documento proposto da tutti gli RSU e sottoscritto da un'ampia maggioranza dei docenti col quale si propone al Collegio la sospensione immediata di tutti gli incarichi, funzioni, attività, progetti del POF legati alla retribuzione del FIS. 
documento 
Situazione al 9 dicembre 2012

I.C. “B. Bizio" di Longare
Blocco dei progetti finanziati dal F.I.S. non ancora avviati. Sospensione partecipazione ai giochi sportivi.
Situazione al 1° dicembre 2012

Primaria plesso “Zanella “ Lampertico – Thiene
Blocco delle attività aggiuntive fino al 24 novembre. Riunione con i rappresentanti dei genitori per condividere le preoccupazioni per la scuola pubblica.  
Situazione al 20 novembre 2012

Primaria “Zanella “– Thiene
Manifestazione dei genitori Thiene 24/11/12  
Situazione al 20 novembre 2012  

ITGC Ceccato - Thiene
Blocco di tutte le attività e progetti, attività sportive, viaggi di istruzione e uscite didattiche, eccetto tutte le attività già in atto e già finanziate e l'orientamento. 
Situazione al 4 dicembre 2012
 

ITI Chilesotti - Thiene
Blocco di tutte le attività e progetti, attività sportive, viaggi di istruzione e uscite didattiche, eccetto tutte le attività già in atto e già finanziate e l'orientamento.  
Situazione al 4 dicembre 2012

Istituto Comprensivo di Costabissara
La grande maggioranza dei docenti delle scuole secondarie di primo grado di Costabissara e Monteviale ha deciso di sospendere i progetti presenti nel POF e i corsi di recupero e potenziamento. Sono state ritirate le uscite didattiche e i viaggi d'istruzione già programmati. E' stata inviata al dirigente scolastico una "Dichiarazione di sospensione di attività non obbligatorie" firmata dai docenti che aderiscono all'iniziativa. E' in preparazione una "Lettera aperta a genitori e studenti". 
documento
Situazione al 10 dicembre 2012


Zona di Bassano

Liceo Da Ponte di Bassano del Grappa
Blocco di tutte le attività non previste dalla funzione docente: dimissioni, firmate da più dell’80% dei docenti, da ogni incarico extracurriculare (escluso l’orientamento in entrata). In preparazione un documento da presentare nel corso dei consigli di classe.   

ITC Einaudi di Bassano, IP Remondini di Bassano,  IC di Tezze,  IC di Romano , IPSIA Scotton, IC di Breganze …
Blocco dei soli viaggi d’istruzione o anche di una parte delle attività.
Liceo artistico di Nove
Blocco totale delle attività del POF.  

Coordinamento delle RSU della zona di Bassano 
da effettuare il 20 novembre per avere un quadro più ampio e per discutere eventuali iniziative territoriali per il 24.
Situazione al 19 novembre 2012  

* le iscrizioni alla mailing list si accettano solo di presenza nel corso dei nostri incontri o iniziative

mercoledì 28 novembre 2012

1° dicembre: non solo Aprea



Sabato prossimo, 1 dicembre 2012, l'Assemblea Difesa Scuola Pubblica di Vicenza organizza un incontro con Marina Boscaino che verterà sul DDL 953 (legge Ghizzoni-Aprea) ma non solo.
Molti sono infatti i temi che in questi giorni animano la scuola.
Oltre ad essere molti, questi temi sono in rapido cambiamento con norme che vengono presentate e poi modificate solo in parte oppure emendate, e non sempre chiarissimi (come ad esempio il recentissimo argomento della "produttività nella scuola" emerso quale probabile merce di scambio per lo sblocco degli scatti limitati al solo 2011).
Sabato quindi all'Istituto Canova non potranno essere ignorati molti dei punti nodali delle nostre proteste di quest'ultimo periodo.
Riteniamo importante, in questo momento in cui molte scuole stanno mettendo in atto in modo abbastanza autonomo diversi tipi di azioni, confrontarci e coordinarci a livello provinciale per dare più forza al nostro agire.
Appuntamento alle ore 16.15 all’I.T.G. CANOVA in via Astichello 195 a Vicenza.
Chiediamo ad ognuno di farsi promotore dell’iniziativa presso la propria scuola, anche stampando ed esponendo il volantino .

giovedì 22 novembre 2012

Adesione allo sciopero di sabato 24 novembre



L'Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza ritiene molto importante e positivo il segnale di protesta che proviene dalle scuole di ogni ordine e grado della provincia contro le politiche governative che puntano a tagliare ulteriori risorse al settore della conoscenza e della ricerca.

E' importante continuare la mobilitazione contro il Disegno di legge di stabilità e contro il progetto di legge 953 (ex Aprea) sugli organi collegiali ed in questo senso, l'Assemblea sostiene le iniziative di blocco delle attività aggiuntive ed aderisce allo sciopero della scuola del 24 novembre.

SCIOPERO DEL 24 NOVEMBRE

Lo sciopero di sabato 24 novembre è confermato dai sindacati Cobas Scuola e Flc Cgil mentre è stato revocato da Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda e Snals.


Docenti, Ata e studenti di nuovo in piazza il 24 novembre a Roma (P.della Repubblica, ore 10)
Cobas Scuola 21/11/2012

Sciopero 24 novembre 2012: la FLC CGIL va avanti 
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza
CGIL. Flc Cgil 22/11/2012

Su orario e scatti obiettivi raggiunti. Sospesi sciopero e manifestazione 
Cisl Scuola 22/11/2012

Esito positivo dell’incontro a Palazzo Chigi: sospeso lo sciopero del 24 - Comunicato congiunto 
Uil Scuola 22/11/2012

giovedì 15 novembre 2012

1° DICEMBRE A VICENZA: INCONTRO PUBBLICO SUL DDL 953 (ex Aprea)





 scarica, stampa e diffondi i volantini

14 novembre a Vicenza

da VicenzaPiù         

Corteo "selvaggio" del Coordinamento Studentesco: in 2000 fino all'ex Borghesi

  
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Coordinamento Studentesco - Oggi 14 novembre un corteo di 2000 persone ha attraversato la città contro le politiche di austerity della BCE, dell'Unione europea e dei governi europei. Abbiamo scelto di mettere in pratica un corteo selvaggio, non autorizzato, bloccando alcuni degli snodi più importanti di Vicenza perché riteniamo che lo sciopero di 4 ore sia insufficiente (qui la photo gallery).
 Studenti, precari, migranti, comitati hanno bloccato Viale Milano, Corso Padova e tanti altri luoghi della città praticando uno sciopero vero, conflittuale che parla di alternativa rispetto allo smantellamento del welfare, della sanità, dell'istruzione e del sociale.
Abbiamo fatto un azione comunicativa alla Banca Intesa San Paolo, attaccando cartelli contro la BCE, i finanziamenti alle banche, il governo Monti e l'austerity.
Il corteo ha poi raggiunto la ex Caserma Borghesi, occupata lunedì sera in quanto spazio che, invece di essere abbandonato all'incuria e al degrado, potrebbe essere utilizzato per gli studentati, per gli sfrattati, per eventi artistici, culturali e musicali, aperto al quartiere e alla città.

14 novembre 2012

lunedì 12 novembre 2012

Adesione sciopero europeo del 14 novembre


L'Assemblea difesa Scuola Pubblica aderisce allo sciopero generale europeo di mercoledì 14 novembre e sarà presente alla manifestazione che si terrà a Vicenza (8.45 Viale Roma)

mercoledì 3 ottobre 2012

protesta precari venezia 22 settembre 2012




SCIOPERO DI VENERDI' 12 OTTOBRE


L’Assemblea difesa scuola pubblica di Vicenza aderisce allo sciopero di venerdì 12 ottobre indetto dalla Flc-cgil e sarà presente con una propria delegazione a fianco degli studenti che manifesteranno  a Vicenza.

Chiediamo ai lavoratori della scuola di condividere con noi questa giornata di protesta e di passare parola su quanto sta realmente succedendo nella scuola nel silenzio assordante di media ed istituzioni.

Noi sciopereremo per dire:

-  No ai tagli previsti dalla spending review del Governo Monti che sottraggono alla scuola quasi 200 milioni di euro

-  SI al rinnovo del contratto scaduto nel 2009

- SI ai diritti dei lavoratori della scuola (contro una politica che blocca i pensionamenti e blocca le assunzioni delle migliaia di insegnanti precari sui quali da anni si fonda il normale funzionamento della scuola) 

- No alla farsa del Concorso che non copre le necessità di organico e discrimina arbitrariamente tra    precari

- No al disegno di legge n.953 (ex Aprea).

Su quest’ultimo punto, in particolare, riteniamo gravissimo che senza alcun dibattito parlamentare e confronto nelle scuole, si stia riscrivendo in tutta fretta, una pesantissima controriforma degli organi collegiali.
Il disegno di legge,  pur recentemente emendato,  non cambia nella sostanza e comporterà:

la frantumazione del sistema scolastico nazionale con l’introduzione  di singoli statuti deliberati in ogni scuola senza alcuna cornice di riferimento unitaria;

la limitazione della democrazia attraverso una eccessiva delega di poteri ai dirigenti scolastici;

l’avvio di un processo di privatizzazione del sistema statale dell’istruzione che snaturerebbe i compiti istituzionali della scuola della Costituzione.

giovedì 28 giugno 2012

Evento: Marina Boscaino a Festambiente


Video del canale You Tube di Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza



Dove va la scuola pubblica?

Molto positivo e ricco di spunti interessanti il dibattito di sabato scorso.
Dall'analisi della scuola-azienda meritocratica e competitiva alle proposte.
Per una scuola inclusiva ed una valutazione strettamente connessa al miglioramento del sistema scolastico.

Pubblichiamo le slide presentate nel corso dell'incontro da
Marina Boscaino





Una breve sintesi dal sito di Festambiente 
a cura di Raimondo.TV , 23 giugno 2012



giovedì 21 giugno 2012

Sabato 23 giugno incontriamoci a Festambiente


Ricordiamo l'importante appuntamento

Sabato 23 giugno 

ore 17.30 


Incontro-dibattito


Ne parleremo con 

Marina Boscaino *

Per una scuola pubblica, laica, pluralista. 

Perché è nella scuola che si forma la comunità 
e si costruisce il futuro del paese. 

Invitiamo a partecipare genitori, studenti, insegnanti, personale della scuola, lavoratori e cittadini tutti.

 scarica il volantino

* Biografia (dal Blog di Marina Boscaino - Il Fatto Qutidiano)

Insegnante di Italiano e Latino (non fannullona!) in un liceo classico di Roma, fa parte del comitato tecnico-scientifico di ProteoFareSapere e dell'associazione Per la scuola della Repubblica. Coltiva consapevolmente diverse ostinazioni: continua a credere nella scuola della Repubblica, della quale commenta come pubblicista le attuali tristissime sorti, dal suo blog (Stampanonrassegnata.bibienne.net) e anche da rubriche che cura su alcuni siti; rifiuta le nostalgie del passato, pur sostenendo che quello dell’insegnante è il lavoro più politico che esista e cercando di stimolare competenze di cittadinanza culturale e critica nei suoi studenti; investe nella partecipazione, nell'impegno e nella condivisione per sostenere la scuola della Costituzione: assemblee, seminari, convegni, interventi non solo per dire no, ma per proporre alternative. Non può rinunciare a Lorenzo e Margherita, al suo i-Mac, alla montagna d'estate, a cantare, anche soltanto in auto.

Minicorsi di riconversione: dopo l'inglese il sostegno

  
di Anna Grazia Stammati*

Richiesta chiarimenti decreto direttoriale n. 7 del 16/4/2012 e successive note e circolari Ministeriali Tra i Paesi dell’UE, l’Italia e’ ai primi posti nella formulazione della normativa sull’integrazione scolastica di alunni diversamente abili. 

A partire dalla Legge n.517/77, che istituiva la figura di insegnati specializzati per le scuole elementari, sino alla Legge Quadro n. 104/92, che ha riconosciuto l’estensione sino alle scuole superiori del diritto alla formazione e della necessita’ di insegnanti specializzati nelle attivita’ didattiche di sostegno ai soggetti in situazione di handicap, la normativa italiana sull’handicap e’ una prova dell’alta coscienza civile i cui i legislatori si sono fatti carico. 

Cio’ ha reso possibile una ampia diffusione della cultura dell’integrazione scolastica in tutta la societa’ e, soprattutto, nella classe docente. E’ all’interno di questa cultura che, molti docenti, gia’ abilitati all’insegnamento su discipline specifiche, hanno preso la decisione di intraprendere il pur faticoso percorso di formazione, grazie al quale era possibile acquisire la specializzazione richiesta per legge ai fini di operare, all’interno delle scuole, quali docenti di sostegno. 

Un percorso di formazione giustamente faticoso, in quanto mirato a fornire le competenze utili a svolgere azioni didattiche su ragazzi e ragazze sui quali pesa un handicap da superare. Tale percorso aveva assunto, a partire dal 1999, con l’istituzione delle Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SISS), un’articolazione tesa a garantire l’adeguata formazione dei docenti, la selezione tra i docenti e l’intenzionalita’ della scelta di diventare insegnati di sostegno. Gli attuali docenti di sostegno, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento delle provincie italiane, hanno infatti seguito un lungo e costoso percorso che, dopo la laurea e i due anni di abilitazione all’insegnamento su una specifica disciplina (con accesso a numero chiuso), dovevano intraprendere un ulteriore percorso, anche esso a numero chiuso, con esame d’accesso e con costi elevati, per diventare insegnanti specializzati nelle attivita’ didattiche di sostegno. In alternativa, coloro che, dopo la laurea, avevano conseguito l’abilitazione all’insegnamento di una disciplina tramite concorso (l’ultimo era stato bandito proprio nel 1999), potevano accedere ad un percorso, sempre a numero chiuso e con esame di accesso, avente il doppio della durata di quello previsto per gli abilitati tramite SISS. Cio’, presumibilmente, perche’ si riteneva che non si potesse prescindere da concrete conoscenze e competenze per poter formare docenti dedicati alla didattica con alunni in situazione di handicap. 
Finita l’esperienza delle SISS, nel corso del 2010, e’ stato istituito un nuovo percorso per diventare insegnanti e per diventare insegnati di sostegno. Il DM n.249 del Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, del 10 settembre 2010, ha istituito i Tirocini Formativi Attivi, che ripropongono il principio della intenzionalita’ nella scelta di diventare insegnati, dato che richiedono un percorso che si avvia a partire dall’iscrizione al corso di laurea magistrale e che portano all’abilitazione su di una singola disciplina solo dopo aver acquisito il titolo di laurea e aver dedicato un altro anno ad un percorso programmato a numero chiuso. La normativa sui TFA stabilisce anche le modalita’ per “il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità” (art. 13), che prevedono una selezione tra i docenti laureati e gia’ abilitati all’insegnamento disciplinare, per la partecipazione a proprie spese ad corso con accesso a numero chiuso ed esame. 

Da quanto detto, ben si comprende come i docenti di sostegno, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e da anni in attesa del ruolo, siano dei docenti fortemente motivati all’insegnamento di sostegno. Attualmente, le graduatorie ad esaurimento delle provincie italiana sono piene di docenti formati dai percorsi a numero programmato, che hanno richiesto ampia fatica e costi, promettendo in cambio una rapida immissione in ruolo. 

In questa situazione si inserisce il Decreto Direttoriale n. 7 del 16/04/2012, che istituisce la riconversione di docenti in sovrannumero, in specifiche discipline, nei ruoli dell’insegnate di sostegno, istituendo un percorso (per meta’ on-line) gratuito e senza limiti di numero. Tale decreto, nel tentativo di dare una soluzione al problema della collocazione dei sovrannumerari, crea un danno diretto ai docenti di sostegno specializzati attualmente in attesa di ruolo e agli alunni in situazione di handicap. Ancora una volta, ci troviamo di fronte alla vanificazione dei contenuti virtuosi di una normativa attraverso azioni amministrative tese a creare soluzioni provvisorie. Non e’ in questione la necessita’ di dover dare una risposta al problema della collocazione dei docenti resi sovrannumerari dall’ultima Riforma della Scuola, ma la scelta di operare tale soluzione ai danni di alunni gia’ svantaggiati e di altri docenti (i docenti di sostegno precari), producendo un’altra emergenza sociale. 

Il corso istituito dal decreto direttoriale e’ di un livello decisamente inferiore a quelli seguiti dagli attuali specializzati, la sua frequenza e’ per meta’ on-line (e tolto il numero di assenze consentite, la frequenza reale si riduce a ben poca cosa), il suo essere gratuito e alternativo al possibile licenziamento lo rende ben lontano dall’essere un corso motivante, il suo essere destinato a tutti i sovrannumerari rende evidente come gli alunni in situazione di handicap siano intesi come valvola di sfogo a problemi politici e sociali, come se loro non ne avessero abbastanza di problemi. 

La dicitura della specializzazione rilasciata da questo percorso e’ diversa da quella ottenuta tramite SSIS e TFA: essa e’ “specializzazione in attivita’ di sostegno”, mentre gli attuali docenti di sostegno posseggono una “specializzazione in attivita’ didattiche di sostegno”. Ma c’e’ da temere che tale differenza non sia interpretata come una reale differenza nei ruoli, anche se contiene una differenza sostanziale nelle competenze e nella professionalita’, e che i docenti riconvertiti con questo corso vengano collocati al posto di un docente realmente specializzati. 

Chiediamo: 

Di chiarire quante sono le cattedre disponibili per le immissioni in ruolo sul sostegno per l’anno scolastico 2012/2013 e con quale personale si intende coprirle; 

Di specificare con quali modalità e criteri gli Uffici Scolatici Territoriali e le singole istituzioni scolastiche assegneranno le supplenze a tempo determinato; Di utilizzare i nuovi “specializzati” come risorsa aggiuntiva nella scuola di provenienza senza andare ad intaccare l’organico di sostegno. 

In attesa di un riscontro, si porgono cordiali saluti 
* per l’esecutivo nazionale Cobas 

Leggi anche: 


di Martina Miliani, 19 Giugno 2012 

mercoledì 20 giugno 2012

A PARI MERITO

Chi vive la scuola in prima persona sa che i migliori risultati in termini di crescita personale e competenze didattiche si hanno quando prevale lo spirito di collaborazione rispetto a quello di competizione tra alunni, docenti e scuole. 
Quotidiane gratificazioni legate al merito degli studenti fanno parte della normale prassi didattica degli insegnanti e delle singole scuole e cercare di definire e premiare il “merito“ per legge priva la scuola delle dinamiche relazionali su cui si basa. 
E se classifica ci deve essere, solo quella "a pari merito" farebbe vincere la scuola, tutta.

Per approfondire: 

di Anna Angelucci 
da il paese delle donne on line ,18 giugno 2012 

di Marina Boscaino 
da MicroMega , 13 giugno 2012


di Piero Bevilacqua 
da il manifesto , 7 giugno 2012

di Giancarlo Cavinato 
dal sito MCE Movimento di Cooperazione Educativa , 6 giugno 2012

di Maurizio Tiriticco
da ScuolaOggi.org , 4 giugno 2012 

di Benedetto Vertecchi 
da L’Unità ,1° giugno 2012



mercoledì 6 giugno 2012

Sabato 23 giugno a Festambiente: incontro con Marina Boscaino



INCONTRIAMOCI A FESTAMBIENTE

scarica e stampa il volantino

diffondi anche tu l'iniziativa


lunedì 4 giugno 2012

Per la democrazia scolastica : Appello per bloccare la PdL ex Aprea sulla riforma del governo della scuola

PER LA DEMOCRAZIA SCOLASTICA E PER LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE: FERMARE LA PROPOSTA DI LEGGE SUL GOVERNO DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE. 

È attualmente all'esame della Commissione Cultura ed Istruzione della Camera una proposta di legge (ex Aprea) che in sintesi propone:
1)      La trasformazione del sistema scolastico statale, previsto dalla Costituzione (“la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”) per garantire a tutti/e una formazione democratica e culturale il più possibile uguale in un sistema nazionale formato da scuole statali, paritarie private (e quindi anche di orientamento confessionale) e pubbliche., già delineato nella legge di parità  ed ora più accentuato e definito.
2)      La frantumazione del sistema scolastico unitario a livello nazionale  anche se aperto alle diverse realttà  territoriali  in un insieme di scuole -azienda, ciascuna con una propria specifica identità statutaria con  il rischio di forti caratterizzazioni localistiche e di forme di privatizzazione: dalla scuola per l'uguaglianza alla scuola delle disuguaglianze.
3)      L'accentuazione della tendenza all'aziendalizzazione della scuola con il rafforzamento dei poteri manageriali del Dirigente Scolastico e l’indebolimento  del ruolo degli organi di democrazia scolastica.
4)      La riduzione degli spazi di autonomia dell’attuale Collegio dei docenti e, con l'accentuazione dei poteri del Dirigente Scolastico, la riproposizione del rapporto di subordinazione gerarchica dei docenti al Dirigente Scolastico, già previsto nel RD del 1924. Andrebbe, viceversa,  reso più cogente il fatto che la responsabilità gestionale del DS viene svolta nell’ambito della collegialità, di cui lo stesso DS è espressione e parte attiva..
5)      Gli organi di democrazia scolastica, affidati ai singoli statuti, possono essere  o ridimensionati o soppressi. Il Consiglio dell'autonomia,  ha generiche  competenze d'indirizzo e limitate funzioni deliberanti e  sempre su “proposta del dirigente scolastico”. Il consiglio dei docenti, non essendone esplicitato il potere deliberante, rischia di vedere indebolite le  funzioni di   programmazione e di valutazione. I consigli di classe sono fortemente ridimensionali nelle loro competenze e nella loro composizione.
6)      Non è accettabile che sia lo Statuto a definire in ogni scuola le modalità attraverso le quali genitori e studenti esercitano il diritto di partecipazione. in tal modo, tra l’altro, vengono anche messe in discussione le assemblee degli studenti in orario di lezione.
7)      L'organizzazione degli organi collegiali territoriali è attribuita alle discrezionali scelte delle Regioni in palese violazione della Costituzione che invece, per garantire l’assetto unitario del sistema scolastico, attribuisce allo Stato la competenza per le norme generali sull'istruzione.
8)      Il governo nazionale della scuola è mantenuto al Ministro dell'istruzione con un ruolo sempre più evanescente del cd Consiglio nazionale delle Autonomie scolastiche.
9)      All'interno di queste scelte che mettono in discussione il ruolo istituzionale del sistema scolastico statale tutta la necessaria articolazione è demandata in gran parte al potere regolamentare del Ministro: dalla Scuola della Repubblica alla scuola ministeriale.
Queste scelte mettono in discussione la scuola della Costituzione; se l'iter legislativo non sarà fermato, la proposta sarà approvata dalla Commissione della Camera in sede legislativo, senza alcun dibattito né in Parlamento né nel mondo della scuola: chiediamo pertanto che l'iter legislativo sia fermato e sia avviato sin dall’inizio del prossimo anno scolastico un ampio dibattito nelle scuole in modo che la riforma del governo della scuola statale, senza dubbio necessaria, con la partecipazione democratica del mondo della scuola e della cultura, segni un rafforzamento della democrazia scolastica per una scuola statale pluralista ed aperta a tutti e tutte .

 Tavolo regionale del Lazio in difesa della Scuola statale
 Tavolo regionale della Toscana in difesa della Scuola statale


SI  PUO’ SOTTOSCRIVERE QUESTO APPELLO INVIANDO UNA MAIL CON L’ INDICAZIONE DI   NOME,  COGNOME,  INDIRIZZO ed eventualmente Organizzazione di appartenenza a:
                                        tavoloregionalelazio@gmail.com
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da MicroMega 
segnalimo un articolo esplicativo della pdl redatto da Marina Boscaino 

mercoledì 23 maggio 2012

Scuola, tutte le ragioni per bocciare i test Invalsi

da ReteScuole

Italia , 22/05/2012

inviata da V.P.

Scuola, tutte le ragioni per bocciare i test Invalsi

di Marina Boscaino - 22 maggio 2012

Prendiamo la vicenda dei test Invalsi: un tema che sta tenendo banco da giorni sulla rete. Non pretenderò qui di entrare in dettagli tecnici, che lascio agli addetti ai lavori e che sono ampiamente trattati in interessanti interventi di tanti insegnanti. Il 9, l’11 e il 16 maggio sono state somministrate (a mo’ di medicinale) le prove Invalsi rispettivamente ad alcune classi della scuola elementare, media e superiore.

Cosa sono? “Sono prove oggettive standardizzate che hanno lo scopo principale di misurare i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti italiani relativamente ad alcuni aspetti di base di due ambiti fondamentali, la comprensione della lettura e la matematica, e di collocarli lungo una scala in grado di rappresentare tutti i risultati degli studenti, da quelli più bassi a quelli più alti. Una prova del genere contiene dunque sia domande complesse, alle quali è in grado di rispondere solo una piccola, o anche piccolissima, minoranza degli studenti, sia domande molto semplici, accessibili alla quasi totalità della popolazione studentesca”, si legge sul sito dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione.

E allora perché ogni anno – in particolare negli ultimi due anni, da quando cioè le prove sono state surrettiziamente imposte agli studenti del II anno delle superiori – a maggio si scatena il dissenso di una parte del mondo della scuola? Alcuni sostengono: perché gli insegnanti, a parte brandire le proprie armi (i voti) in una condizione totalmente autoreferenziale, desiderano allontanare da sé tutto ciò che “puzza” di valutazione.

Ma questa interpretazione, oltre ad essere semplicistica, è troppo comoda. E consente al ministro Profumo – nonostante le promesse fatte in occasione del Forum su Repubblica.it, lo scorso dicembre, in cui tra i punti programmatici figurava l’ascolto del mondo della scuola – non solo di non interpellare, ma neanche di prestare distrattamente orecchio alle argomentazioni. E di continuare spedito sul cammino già tracciato da Gelmini. In occasione dell’erogazione dei test i Cobas hanno indetto uno sciopero. Sulle adesioni è lotta tra Miur e sindacato, i numeri sono imprecisi. Alcuni insegnanti si sono astenuti dalla somministrazione, altri sono stati neutralizzati da dirigenti scolastici compiacenti, che hanno organizzato orari tali che non hanno coinvolto i “dissidenti”, altri hanno partecipato, acquiescenti e basta, alcuni d’accordo, altri rassegnati.

La cornice

Misurare gli apprendimenti degli studenti dopo un triennio di risparmi sconsiderati, che hanno “fatto cassa” sulla scuola dello Stato per un ammontare di 8 miliardi di euro e di un taglio di 140mila posti di lavoro, tra docenti (80mila) e Ata, in un Paese in cui il tema della valutazione non è mai stato affrontato con un minimo di investimento e di consapevolezza scientifica, di studio e di progettazione culturale, è un po’ come passeggiare per Sarajevo cercando di coglierne la bellezza nel dicembre del ’95. Ancor peggio, se si considera che i test Invalsi sono stati agitati dal precedente governo (l’ideatore del “contenimento di spesa” nella scuola, di cui però l’attuale sembra essere il degno continuatore) come strumento indiretto di misurazione (e valutazione) della qualità dell’istituto e degli insegnanti che vi lavorano attraverso le competenze dei ragazzi.

Nel merito

L’impressione è che si tratti di un’operazione di maquillage in salsa pseudo-europea, che coglie la scuola del tutto impreparata, dal punto di vista sia delle risorse professionali da mettere in campo sia di quelle economiche. Qualcosa per marcare il territorio, dire: “presente!” solo per far numero, non per individuare una strategia culturalmente significativa. Solo che queste “prove tecniche di misurazione” hanno un proprio costo specifico, che potrebbe finire di gravare ulteriormente sui massacrati bilanci delle scuole. E gravano comunque su un bilancio dello Stato che, in un periodo di crisi come questo, non può permettersi di convogliare risorse su operazioni dalla dubbia riuscita. Sfatato dallo stesso Tremonti il mito della lettera che ci chiedeva di intervenire sulle nostre scuole con i test Invalsi, sarebbe opportuno che Profumo prendesse in considerazione le argomentazioni avanzate contro quei test da chi nella scuola lavora quotidianamente. Dagli “esperti” (per una volta!), quegli insegnanti di cui si dice tanto male, ma che dovrebbero essere i più autorizzati ad esprimere pareri competenti su una questione tanto specialistica.

I test oggettivi standardizzati a risposta multipla possono misurare solo conoscenze. Viceversa l’Invalsi pretende di misurare competenze, cioè il “saper fare”, utilizzando pertanto uno strumento inadeguato. Una tale modalità di indagine peraltro è molto lontana dalle metodologie e dagli obiettivi praticati nelle nostre scuole. È una prospettiva non coerente con la nostra impostazione didattica, meno “meccanizzata”, basata sulla pluralità dei punti di vista e sinergia tra conoscenze, competenze e abilità, e con essi dei saperi analitico-critici complessi.

Insomma: si vanno a misure competenze che non sono centrali nell’impostazione dei percorsi formativi della scuola italiana. I test così come sono proposti, inoltre, realizzano una serie di istantanee; e non hanno lo stesso peso di una costante misurazione diacronica: punto di partenza, punti intermedi, punto di arrivo; solo così si potrebbero individuare strategie di interventi davvero efficaci. I test Invalsi, dunque, non determinano alcun vantaggio in sede didattica, vantaggio peraltro irraggiungibile attraverso la semplice somministrazione di prove. Né esistono particolari vantaggi dal punto di vista della ricerca didattica; che – nel momento in cui le prove fossero lo strumento che un ministero attento alle necessità della scuola e agli apprendimenti degli alunni, motivato ad organizzare ricerca, strutture, investimenti economici e culturali volti al tema della valutazione – verrebbe fortemente indirizzata dallo studio dei dati, aggregati e disaggregati. Non mi risulta però che – oltre ad interventi di “contenimento” di spesa – la scuola sia stata fatta oggetto (anche in seguito alle evidenze nei test nazionali e dei deludenti risultati in quelli internazionali) di alcun tipo di intervento migliorativo. Non abbiamo bisogno di prove Invalsi per individuare alcuni punti estremamente critici del nostro sistema scolastico. Su cui si continua a non intervenire.

A tutto ciò va aggiunta la comune percezione che operazioni pedestri e punitive – promesse o concretizzate – del passato hanno indotto negli insegnanti: grazie all’accostamento che – soprattutto il precedente governo – ha indebitamente operato tra misurazione degli apprendimenti e valutazione degli istituti scolastici (tutti i progetti di valutazione delle scuole, e anche degli insegnanti, consideravano i risultati agli Invalsi come indicatore di efficacia) il sospetto della scuola nei confronti dell’operazione non è incomprensibile. Né peregrina è l’ipotesi che scorciatoie simili possano essere assunte in ossequio alla merito-valuto-premiomania imperante da qualche anno a questa parte. Senza riflessione, senza studio, senza elaborazione.

Aggiungiamo che Invalsi significa business: basti pensare allo zelo di alcune case editrici che – senza un minino di riflessione e di confronto con il mondo della scuola – hanno provveduto affannosamente alla compilazione di sezioni dedicate alle prove Invalsi come nuova fonte di appeal, confidando nell’acquiescenza acritica di una parte degli insegnanti e propagandando un’obbligatorietà che formalmente non ha alcun fondamento. Il rischio reale è che – senza la necessaria preparazione – si ibridi ulteriormente la didattica, da una parte continuando a seguire l’impostazione tradizionale, dall’altra volendo insistere nell’imposizione ditest, senza riflettere sulle condizioni e sulle strategie attraverso le quali si fa oggi scuola in Italia. Un bricolage pericoloso, che potrebbe avere, tra i vari effetti, un ulteriore abbassamento dei livelli.

“Valore aggiunto”

C’è poi un problema macroscopico: il dislivello tra le prestazioni di aree differenti del Paese. Si pensa davvero (e in buona fede) che una scuola nuova e migliore possa nascere da test omologanti da Trento a Caltanissetta, da Crotone a Sondrio? So che don Milani in questo periodo non va di moda. Ma è sempre attuale la sua frase: “Non c’è ingiustizia peggiore che fare parti uguali tra diseguali“. E, a proposito: ho sentito con le mie orecchie una collaboratrice dell’Invalsi affermare che l’erogazione di prove identiche a tutti gli alunni del secondo anno di ogni segmento dell’istruzione superiore sarebbe un segno di democrazia. Le parole hanno davvero perso la loro significatività: non c’è democrazia nel dislivello abissale tra istruzione liceale e professionale, testimoniata da livelli di apprendimento e di dispersione estremamente disomogenei. E nemmeno nel fatto che il segmento più debole – l’istruzione professionale, in cui confluisce la maggior parte di svantaggiati socialmente, di migranti, di diversamente abili – sia il settore meno tutelato dalla “riforma” Gelmini.

Problemi giuridici

“L'art. 51 del D.L. n.5/12 ha previsto: “le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria di istituto, alle rilevazioni nazionali riguardanti degli apprendimenti degli studenti (…)”. Si tratta di una disposizione formulata in modo ambiguo, ma che certamente non afferma l’obbligatorietà dei docenti a svolgere tale specifica attività a prescindere dalle delibere dei Collegi, né, tanto meno, l’obbligo dei collegi dei docenti di deliberarle. Poiché l’anno scorso era stato a lungo dibattuto proprio di obbligatorietà e la questione si è riproposta anche quest’ anno, se il legislatore avesse voluto stabilire l’obbligatorietà delle prove INVALSI, avrebbe potuto affermarla esplicitamente. Il legislatore si è invece limitato a qualificare dette prove come attività ordinaria di istituto; si tratta in sostanza di una norma attributiva di una competenza alle istituzioni scolastiche; il problema dell'obbligatorietà della partecipazione dei docenti a dette prove non è quindi risolto da tale disposizione”: così l’avvocato Mauceri. Inoltre, la partecipazione alle prove Invalsi deve essere votata dal collegio dei docenti, cosa che in molte scuole non è avvenuta. È singolare che un ministro che si dice sostenitore dell’“autonomia responsabile”, pratichi un’autonomia dimezzata: al vertice del sistema non c'è un organismo espressione dell’autonomia, ma il Ministro, espressione della maggioranza pro-tempore e della cultura che quella maggioranza esprime e che – attraverso provvedimenti – configura incursioni su materie di competenza dei singoli istituti scolastici, mortificando al contempo la libertà di insegnamento, sancita dall’art. 33 della Costituzione.

Varie ed eventuali

In questa situazione arrivano notizie inquietanti. I più realisti del re – dirigenti dal piglio brunettiano e dalla irrisoria flessibilità mentale – hanno dato vita ad una irragionevole gara di provvedimenti contro gli studenti che hanno boicottato i test. I test Invalsi escludono gli alunni disabili, come racconta Patrizia Ercoli: potrebbero “inquinare” la misurazione del risultato. Ma la nostra non è una scuola inclusiva? Un ulteriore problema è determinato dalle modalità di compensazione di chi correggerà i test. E poi: il 41% degli studenti ammette di aver copiato. Leggete questa interessantissima lettera al Manifesto di una studentessa di un liceo classico romano: rallegratevi per la coscienza civica di alcuni nostri ragazzi e traete le vostre conclusioni sui comportamenti si alcuni insegnanti. Ce n’è per tutti i gusti. E abbastanza per porsi alcuni problemi.

Non impariamo dall’esperienza

Come suggerisce Anna Angelucci, ha scritto cose che invece fanno riflettere Diane Ravitch (ordinaria di Scienze dell’Educazione alla N.Y.U., di Storia dell’Educazione alla Columbia University, collaboratrice di Bush e Clinton, responsabile dell’ufficio di ricerca e sviluppo del Dipartimento dell’Educazione, sotto la presidenza di Bush, uno dei membri fondatori della Koret Task Force presso la Stanford University, che supporta le riforme dell’istruzione americana basate sul principiodell’accountability). Dopo che nel 2009 si è polemicamente dimessa dall’incarico, ha pubblicato “The death and the life of the great american school system: how testing and choice are undermining education”:

“Se vogliamo migliorare l’istruzione, dobbiamo prima di tutto avere una visione di cosa sia una buona istruzione […..] Chiunque abbia a che fare con l’istruzione dei ragazzi deve chiedersi perché noi educhiamo. In che cosa consiste una persona ben istruita? Quali conoscenze deve aver conseguito? Cosa ci aspettiamo quando mandiamo i nostri figli a scuola? Cosa vogliamo che loro imparino e conquistino durante la loro permanenza a scuola fino al diploma? Certamente noi vogliamo che imparino a leggere, a scrivere e a far di conto. Queste sono le abilità di base su cui poggiano tutti gli altri apprendimenti. Ma non è tutto. Noi vogliamo prepararli ad una vita sensata. Noi vogliamo che siano in grado di pensare con la propria testa quando sono nel mondo da soli. Noi vogliamo che abbiano una bella personalità e che sappiano prendere decisioni sulla loro vita, il loro lavoro, la loro salute. Noi vogliamo che affrontino le gioie e le difficoltà della vita con coraggio e con humour. Noi speriamo che essi siano gentili e compassionevoli nei loro comportamenti con gli altri. Noi vogliamo che abbiano il senso della giustizia e della bellezza. Noi vogliamo che capiscano la loro nazione e il mondo e le sfide che abbiamo di fronte. Noi vogliamo che siano cittadini attivi e responsabili, preparati a formulare proposte con attenzione, ad ascoltare differenti punti di vista e a prendere decisioni razionalmente. Noi vogliamo che loro imparino scienze e matematica per capire i problemi della vita moderna e partecipare alla ricerca delle soluzioni. Noi vogliamo che essi apprezzino il patrimonio artistico e culturale della nostra e delle altre società. Ognuno di noi potrebbe allungare sempre di più la lista dei risultati sperati, ma un punto deve essere chiaro. Se questi sono i nostri obiettivi, l’attuale, angusta focalizzazione sul nostro regime nazionale di test non è sufficiente per raggiungere nessuno di essi”.

Noi, invece, entrati con 20 anni di ritardo nel circuito, riproponiamo entusiasticamente modelli che altri hanno sperimentato e scartato. Senza scomodare premialità, merito, valutazione degli insegnanti – le insidie emerse dalla strategia Brunetta, ciclo della performance incluso, tanto più pericolose perché legate a criteri di valutazione fluttuanti o arbitrari – ci sono tanti argomenti per riflettere. E motivazioni significative per ritenere valido il dissenso di chi ha detto no. Fronti aperti di problematiche alle quali Profumo non ha nemmeno ritenuto doveroso rivolgere qualche pensiero, naturalmente con il consueto piglio garbato e sobrio.

(22 maggio 2012)

http://temi.repubblica.it/micromega-online/scuola-tutte-le-ragioni-per-bocciare-i-test-invalsi/