lunedì 28 giugno 2010

da retescuole

Milano, 28/06/2010

Con la CM n. 37/10 è stato trasmesso lo schema di decreto interministeriale MIUR - MEF sugli organici a.s. 2010/2011, ma il decreto dov'è?
di Mario Piemontese

Sabato 26 giugno il MIUR si è affrettato a pubblicare il seguente comunicato a proposito dell'ordinanza del TAR del Lazio del 25 giugno.

Ufficio Stampa

Roma, 26 giugno 2010

Miur, ordinanza Tar semplice richiesta d’informazioni

L’ordinanza del Tar del Lazio sui provvedimenti ministeriali in materia di organici è solo temporanea. Il Miur fornirà al più presto ogni opportuno chiarimento e depositerà la documentazione necessaria al fine di dimostrare che il ricorso, enfatizzato da parte di alcuni sindacati e associazioni, è destituito di qualsiasi fondamento.

In sostanza il MIUR sostiene di essere in grado di dimostrare che il ricorso al TAR a proposito della CM n.17/10 e della CM n.37/10 è privo di fondamento.

Premessa

Comma 1 e comma 2 dell'art. 22 della legge n. 448 del 28 dicembre 2001 (Finanziaria 2002)

1. Nel quadro della piena valorizzazione dell'autonomia e di una migliore qualificazione dei servizi scolastici, le dotazioni organiche del personale docente delle istituzioni scolastiche autonome sono costituite sulla base del numero degli alunni iscritti, delle caratteristiche e delle entità orarie dei curricoli obbligatori relativi ad ogni ordine e grado di scuola, nonché nel rispetto di criteri e di priorità che tengano conto della specificità dei diversi contesti territoriali, delle condizioni di funzionamento delle singole istituzioni e della necessità di garantire interventi a sostegno degli alunni in particolari situazioni, con particolare attenzione alle aree delle zone montane e delle isole minori.

2. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca definisce con proprio decreto, emanato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere delle Commissioni parlamentari permanenti, i parametri per l'attuazione di quanto previsto nel comma 1 e provvede alla determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed alla sua ripartizione su base regionale.

Formulo allora 3 domande molto chiare che chi vuole può porre a qualsiasi funzionario del MIUR o di uno dei suoi Uffici periferici.

1. Con la CM n. 37/10 è stato trasmesso lo schema di decreto interministeriale MIUR - MEF sugli organici a.s. 2010/2011, ma il decreto dov'è?

2. Con la CM n.38/09 è stato trasmesso lo schema di decreto interministeriale MIUR - MEF sugli organici a.s. 2009/2010, ma il decreto dov'é?

3. Il MIUR con le sue circolari chiede agli Uffici periferici di applicare leggi o di eseguire ordini?

Il TAR del Lazio sta ancora aspettando dal MIUR il decreto interministeriale relativo agli organici a.s. 2009/2010. La prossima udienza in merito è fissata per il 14 ottobre.
Tale decreto non esiste, ma non esiste neppure quello relativo all'a.s. 2010/2011, altrimenti il TAR avrebbe potuto tranquillamente accertarne l'esistenza e decidere di conseguenza sulla parte di ricorso relativa alla CM n.37/10.

Come farà il MIUR a " dimostrare che il ricorso, enfatizzato da parte di alcuni sindacati e associazioni, è destituito di qualsiasi fondamento"?

Milano, 28 giugno 2010

Mario Piemontese

domenica 27 giugno 2010

PROVVEDIMENTI ILLEGITTIMI: CIRCOLARI SOSPESE

Comunicato stampa dei ricorrenti. I provvedimenti Gelmini non solo affossano la scuola pubblica ma sono pure illegittimi. 26/06/10

IL TAR DEL LAZIO SOSPENDE L'EFFICACIA DELLE CIRCOLARI DELLA GELMINI SULLE ISCRIZIONI NELLE SCUOLE SECONDARIE, SUGLI ORGANICI DI OGNI ORDINE E GRADO E SULLA MOBILITA’.

I provvedimenti del Governo sulla scuola non solo distruggono la scuola pubblica con un taglio di 8 miliardi di euro, di 87.000 posti di insegnamento e di 45.000 posti di personale non insegnante, ma sono illegittimi.
Il TAR del LAZIO, con ordinanza n. 1023 del 25-6-10, ha accolto la richiesta dei legali dei ricorrenti, Maria Virgilio e Corrado Mauceri e ha disposto la sospensione dei provvedimenti impugnati ed ha ordinato al Ministro di depositare nel termine di quindici giorni una " documentata relazione che riferendo sui fatti di causa, controdeduca puntualmente sui motivi dedotti con il ricorso".
Il TAR ha rinviato al 19 luglio la prossima udienza per decidere se confermare o meno la sospensione dei provvedimenti impugnati.
La sospensione comporta che fino a quella data tutte le operazioni sull’organico e i relativi trasferimenti del personale perdente posto e quelle sulle iscrizioni sono congelate. La serie di illegittimità compiute dal Ministro, che – usando circolari come fossero leggi - ha forzato tempi e procedure della riforma al solo scopo di incassare i tagli di spesa , ha messo nel caos le scuole e mette a rischio l’inizio regolare del prossimo anno scolastico.
L’arroganza del Ministro è giunta fino al punto da non partecipare all’udienza davanti al TAR del 24 giugno, neppure presentando memoria scritta.

Il ricorso è stato presentato da 755 docenti, genitori, personale Ata, studenti, unitamente al Comitato Nazionale per la scuola della Repubblica, al Comitato Bolognese Scuola e Costituzione e al Crides di Roma, ed è stato organizzato dai Coordinamenti scuole superiori di Roma, Bologna, Firenze, Pisa, Padova, Vicenza, Parma, Modena, Ferrara, Milano nonché dal Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale.
Il danno derivante dalla operazione governativa è gravissimo. I genitori hanno dovuto procedere all’iscrizione dei figli alle prime classi dei nuovi indirizzi per l’a.s. 2010/11:
     a) senza conoscere i programmi di studio
     b) sulla base del piano dell’offerta formativa dello scorso anno che gli Istituti non sono stati in grado di aggiornare, in mancanza dei programmi e dei regolamenti definitivi;
     c) gli iscritti alle prime classi dei professionali non hanno alcuna garanzia che gli istituti statali siano in grado di offrire la qualifica professionale triennale finora prevista, visto che la competenza al riguardo è soggetta alle decisioni delle singole Regioni.

I genitori e gli studenti già iscritti agli istituti tecnici e professionali e che frequenteranno le prossime classi seconde terze e quarte si troveranno a loro insaputa dal prossimo settembre l’orario ridotto da 2 a 4 ore. Essi sono stati iscritti d’ufficio alla classe successiva senza essere informati del cambiamento e senza conoscere le materie soggette alla riduzione d’orario.

I Collegi dei docenti sono stati impossibilitati a definire un nuovo piano dell’offerta formativa:
    a) i nuovi indirizzi di studio sono stati imposti tramite pubblicazione sul sito del Ministero nel mese di marzo. In tal modo è stato impedito agli Istituti di avanzare le loro motivate proposte di modifica delle confluenze fra gli indirizzi del vecchio e del nuovo ordinamento, come pure previsto dall’art.13 c.5 del regolamento di revisione dei Licei;
    b) i Collegi non sono stati in grado di definire il loro nuovo piano dell’offerta formativa da presentare ai genitori all’atto dell’iscrizione;
    c) è stato imposto ai Collegi l’adozione dei libri di testo entro il 31 maggio per le nuove classi prime senza che fossero definiti i nuovi programmi (Indicazioni per i Licei, Linee guida per i Tecnici e Professionali), che sono stati modificati più volte e sono ancora in via di pubblicazione definitiva. Molti collegi hanno rifiutato di deliberare al riguardo, altri hanno adottato testi improvvisati e definiti in base alle prime bozze dei programmi, che sono state poi profondamente modificate anche in seguito al parere del CNPI e delle Associazioni professionali.

E’ incerto a quali insegnanti verrà affidato l’insegnamento delle discipline introdotte dai nuovi ordinamenti e non previste dai precedenti.
Sono in enorme ritardo le operazioni di definizione dell’organico e quindi quelle di mobilità; in questo momento sono in fase di definizione quelle della sola scuola primaria.

I docenti si troveranno trasferiti d’ufficio sulla base di un organico basato per il prossimo anno su classi di concorso “atipiche” ovvero di classi prodotte da una commistione fra le vecchie classi e quelle previste dal regolamento di revisione, previsto dal comma 3 dell’art. 64 della Legge 133/08, che risulta approvato dal CDM il 12/06/09, ma è rimasto congelato nel suo iter.
In tal modo alcune graduatorie verranno penalizzate dall’unificazione con altre.

Le associazioni ricorrenti a nome di tutti i 755.
Bologna 26/06/10

I testi dell’ordinanza, dei motivi aggiunti, del ricorso e la memoria depositata sono disponibili all’indirizzo

www.scuolaecostituzione.it

sabato 26 giugno 2010

Conferenza stampa del 21 giugno

Segnaliamo gli articoli di martedì 22 giugno seguiti alla conferenza stampa dell'Assemblea difesa Scuola Pubblica con i rappresentanti dei coordinamenti dei Comitati veneti.

Corriere Del Veneto
Il debito è dello Stato. I comitati per l’istruzione pubblica sul piede di guerra

Il Giornale di Vicenza
Assemblea difesa Scuola Pubblica

Il Gazzettino, Vicenza
MANOVRA FINANZIARIA /1 Insegnanti e genitori in assemblea ieri pomeriggio davanti all’ex provveditorato
«Se la situazione non cambia, a settembre prevediamo un mese di mobilitazione: o è la paralisi»

LE ILLEGITTIMITA' GIURIDICHE DEI REGOLAMENTI E DELLE CM GELMINI

dal sito del Comitato bolognese Scuola e Costituzione

Memoria presentata dai ricorrenti all'udienza del 24 giugno nel ricorso contro la CM 37 e altre con una puntuale ricostruzione cronologica di tutti gli atti illegittimi conseguenti all'art. 64 della Legge 133/08.

Motivazioni del ricorso contro la CM 17. Elenco dei coordinamenti e delle associazioni aderenti.

giovedì 24 giugno 2010

Approvazioni documento comune scuole superiori

Dai riscontri ricevuti fino ad oggi, 24 giugno 2010, il documento proposto dall'Assemblea difesa Scuola Pubblica è stato approvato dai Collegi docenti delle scuole :

- Istituto Professionale "A. Da Schio" di Vicenza
  all'unanimità il 14 maggio

- Istituto Tecnico "A. Rossi" di Vicenza
  a maggioranza (100 favorevoli, 3 contrari, 6 astenuti) il 17 maggio

- Istituto Professionale "B. Montagna" di Vicenza
  a maggioranza (111 favorevoli, 5 contrari, 1 astenuto) il 18 maggio

- Liceo Scientifico “ E. Mattei” di Castrovillari (CS)
  all’unanimità il 18 maggio 2010

- Istituto di Istruzione Superiore “Martini” di Schio (VI)
  all'unanimità il 17 maggio 2010

- Istituto Tecnico “S. Boscardin” di Vicenza
  a maggioranza (131 favorevoli, 2 contrari, 2 astenuti) il 21 maggio 

- Istituto Tecnico Industriale “Enrico Fermi” di Roma
all’unanimità il 24 maggio 

- Istituto Statale Magistrale “D.G. Fogazzaro” di Vicenza
all'unanimità il 25 maggio 2010

- Istituto di Istruzione Superiore “ G. Brotzu” di Quartu Sant’Elena (CA)
a maggioranza (2 voti contrari) il 20 maggio 

- Liceo Scientifico Statale "G.Bruno" di Mestre - Venezia
a maggioranza (1 astenuto e 1  contrario) il 29 maggio 

- Istituto Professionale "G.B. Garbin" di Schio (VI)
  a maggioranza (104 favorevoli e 4 contrari) il 14 giugno

- Istituto di Istruzione Superiore “ G.G. Trissino” di Valdagno (VI)
a maggioranza (81 favorevoli, 1 astenuto) il 19 giugno

Hanno approvato il documento comune in modo completo o riprendendone i contenuti essenziali e integrandolo con ulteriori argomentazioni, anche le scuole:

- Liceo Scientifico “ G.C. Vanini” di Casarano (LE)
all’unanimità l’8 giugno 2010

- Istituto di Istruzione Superiore “ Leonardo da Vinci” di Cologno Monzese(MI)
a maggioranza (3 astenuti e 1 contrario) il 17 giugno 2010

- Istituto di Istruzione Superiore “ Italo Calvino” di Rozzano (MI)
approvato il 18 giugno 2010
 
- Istituto Tecnico “V.E. Marzotto” di Valdagno (VI)
  a maggioranza (60 favorevoli, 5 astenuti) il 22 giugno 

Adesione appello e sciopero del 25 giugno

L'Assemblea difesa Scuola Pubblica condivide i contenuti dell'appello per la scuola promosso dall'Associazione "NonUnodiMeno", compreso l'invito a sostenere lo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 25 giugno.

L’Associazione "NonUnodiMeno" si è fatta promotrice, insieme ad altre Reti, di questo Appello per la difesa e la riqualificazione della SCUOLA PUBBLICA. Crediamo che la situazione sia particolarmente grave e tale da esigere una mobilitazione delle coscienze di ognuno e delle varie espressioni delle realtà associative e di movimento, con l’impegno a partecipare a tutte le mobilitazioni di protesta e autoconvocate in difesa dei principi alla base di questo Appello, compreso lo SCIOPERO GENERALE del 25 giugno. Vi chiediamo perciò di aderire a questo Appello in forma collettiva o individuale per dare un forte segnale di controtendenza.

PER L’ASSOCIAZIONE "NONUNODIMENO" - IL PRESIDENTE - GIANSANDRO BARZAGHI

 ******************* Appello per la scuola pubblica.

Sulla scuola si gioca un’idea di società e di futuro. Lo sanno bene i molti insegnanti che, nonostante tutto, ogni giorno danno vita alle tante buone pratiche, che oggi vengono profondamente umiliate dai tagli micidiali e dalla manovra finanziaria. Una manovra che va a colpire pesantemente i lavoratori del comparto pubblico e la loro professionalità, così come la qualità dello stato sociale che abbiamo fino a oggi conosciuto in Europa e in Italia. Una politica capace di guardare lontano, una politica di progetto e di tensione ideale, dovrebbe essere in grado di comprendere che la scuola, la formazione lungo tutto l’arco della vita, la conoscenza sono delle priorità strategiche per il nostro Paese, soprattutto in una fase di grave crisi economica e sociale. Invece la riproposizione delle fallimentari strategie neo-liberiste vorrebbe ridurre anche la formazione e gli stessi diritti civili e sociali a una merce che sottostà alle regole del mercato e della concorrenza tra pubblico e privato. Contro questa riduzione di tutto a merce, noi opponiamo una concezione alta, secondo la quale la cultura e il sapere sono dei beni comuni e perciò non mercificabili e non alienabili, come l’acqua, l’aria, la salute, la terra, la biodiversità e la vita stessa. In questo senso la cultura e il sapere sono un diritto universale e non un privilegio di pochi. La cultura e la conoscenza possono essere uno strumento di riscatto sociale, che permette di capire la nostra storia e di dialogare con quella degli altri, di capire il passato e di costruire il futuro per sé e con gli altri. Pertanto rifiutiamo concezioni e pratiche discriminatorie nei confronti di studenti che provengono da altri Paesi, in quanto la scuola è il luogo per eccellenza di incontro tra storie e culture diverse e come tale non può che essere il luogo dell’accoglienza e dell’integrazione reciproche. Per queste ragioni continuiamo a sostenere che la scuola della Costituzione è una frontiera strategica per la democrazia, un presidio di partecipazione, di collegialità e di sapere critico. È un laboratorio di democrazia e di formazione della cittadinanza attiva e consapevole. Così la vollero i nostri padri costituenti. Così noi oggi dobbiamo vivificarla, secondo una nuova concezione della stessa cittadinanza che si basi sullo ius soli e non sullo ius sanguinis. Ed è per questi motivi che la scuola pubblica va sostenuta, qualificata e non smantellata. Di fronte a questa vera e propria deriva culturale e sociale che degrada la qualità della scuola pubblica italiana, a partire dai suoi livelli di eccellenza - come il tempo pieno della scuola primaria, occorre domandarsi se il disegno strategico dell’attuale Governo sia solo quello delle ragioni economiche e finanziarie, oppure se ci sia un progetto reazionario ben più pericoloso, che va indagato:

1) La scuola torna a essere il luogo della separazione sociale, violando i principi e i valori della nostra Costituzione, svilendo la professionalità dei docenti e licenziando migliaia di precari con 16 anni di lavoro in media alle spalle, il più grande licenziamento di massa che la storia del nostro Paese ricordi.

2) Si parte dalla scuola per ridefinire le gerarchie sociali, stabilendo: a) un percorso formativo per le future classi dirigenti (liceizzazione); b) un altro per le figure tecnico-specialistiche (istituti tecnici); c) un terzo che conduce direttamente al lavoro – addirittura con lo scandalo dell’assolvimento a 15 anni dell’obbligo scolastico nell’apprendistato. Pertanto questa Controriforma non ha nulla di epocale, se non i tagli devastanti. Ripropone, cioè, il modello rigido di tipo gentiliano, cosiddetto “a canne d’organo”, con la classica tripartizione tanto cara a certa imprenditoria, che impedisce ogni elasticità nel passaggio da un canale all’altro, stroncando definitivamente il “Biennio Unitario” e riproponendo la divisione tra il sapere e il saper fare.

3) Secondo i Ministri Tremonti e Gelmini, la scuola deve tornare a essere autoritaria e repressiva, con il solo effetto di aumentare la dispersione e l’abbandono scolastico e cioè penalizzando quegli studenti che hanno un ben preciso retroterra culturale e sociale. “Ma se si perde loro – la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati” (Don Milani). Infine non possiamo non sottolineare, con il massimo della preoccupazione, la pericolosità di un disegno lucido che vorrebbe smantellare “quell’organo costituzionale” di cui ci parlava Calamandrei, ovvero la scuola pubblica, statale. Si vorrebbe, cioè, trasferire a livello nazionale il “Modello Lombardo” dei “Bonus” alle famiglie che mandano i figli alle scuole private (famiglie benestanti fino a 200.000 €), mettendo sullo stesso piano settore pubblico e settore privato, in regime di concorrenza tra loro, come è avvenuto per la sanità lombarda. Insomma “mandando in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle scuole private” (Calamandrei). Pertanto, le Associazioni aderenti al presente APPELLO, pienamente consapevoli del disegno che questo Governo sta portando avanti nella direzione dello smantellamento della scuola pubblica statale, si propongono di dare vita alla più ampia opposizione sociale e culturale unitariamente a tutti quei movimenti, organizzazioni sindacali e forze politiche che vorranno sostenere questa battaglia per il futuro del nostro Paese e della nostra democrazia.

Questo APPELLO lo rivolgiamo anche a tutti i lavoratori della scuola, a tutti gli studenti e ai genitori affinché alta si alzi la voce di chi la scuola contribuisce a farla e a costruirla ogni giorno. Le ragioni per una scuola pubblica di qualità e per uno stato sociale degno di questo nome, le ragioni della buona scuola e di tante buone pratiche, sono di gran lunga superiori alla miseria di chi vorrebbe ridurre questo Paese all’ ignoranza. Noi non ci stiamo. E per questo sosterremo tutte le mobilitazioni di protesta e autoconvocate in difesa dei principi alla base del presente APPELLO, compreso lo sciopero generale del 25 giugno.

lunedì 21 giugno 2010

gazebo a festambiente

Di ritorno da una brillante conferenza stampa comunichiamo che da mercoledì  23 a domenica 27 giugno saremo presenti a festambiente con un gazebo e materiale informativo sulla situazione della scuola e sulle nostre iniziative.
Vi aspettiamo

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

domenica 20 giugno 2010

Lunedì 21 giugno conferenza stampa

Conferenza-stampa

Lunedì 21 giugno
ore 15.30 davanti all'USP (Ex Provveditorato)
di Borgo Scroffa a Vicenza

Gli argomenti di cui tratteremo riguardano in particolare lo stato della situazione della scuola primaria e secondaria a seguito dei cambiamenti dovuti ai tagli ed ai recenti disegni di riordino presentati dal Ministro della Pubblica Istruzione, le prese di posizione di alcuni collegi docenti e consigli di istituto, alcune iniziative di sensibilizzazione e protesta che sono state attuate e che si svolgeranno nei prossimi giorni.
Interverranno anche alcuni esponenti e rappresentanti di comitati di altre province del Veneto in modo tale da fornire un quadro più completo e dettagliato della situazione scolastica del nostro territorio.

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vcenza

sabato 19 giugno 2010

Approvazioni Documento comune Secondarie 2° grado

Dai riscontri ricevuti fino ad oggi, 19 giugno 2010, il documento proposto dall'Assemblea difesa Scuola Pubblica è stato approvato dai Collegi docenti delle scuole :

- Istituto Professionale "A. Da Schio" di Vicenza
  all'unanimità il 14 maggio

- Istituto Tecnico "A. Rossi" di Vicenza
  a maggioranza (100 favorevoli, 3 contrari, 6 astenuti) il 17 maggio

- Istituto Professionale "B. Montagna" di Vicenza
  a maggioranza (111 favorevoli, 5 contrari, 1 astenuto) il 18 maggio

- Liceo Scientifico “ E. Mattei” di Castrovillari (CS)
  all’unanimità il 18 maggio 2010

- Istituto di Istruzione Superiore “Martini” di Schio (VI)
  all'unanimità il 17 maggio 2010

- Istituto Tecnico “S. Boscardin” di Vicenza
  a maggioranza (131 favorevoli, 2 contrari, 2 astenuti) il 21 maggio 

- Istituto Tecnico Industriale “Enrico Fermi” di Roma
all’unanimità il 24 maggio 

- Istituto Statale Magistrale “D.G. Fogazzaro” di Vicenza
all'unanimità il 25 maggio 2010

- Istituto di Istruzione Superiore “ G. Brotzu” di Quartu Sant’Elena (CA)
a maggioranza (2 voti contrari) il 20 maggio 

- Liceo Scientifico Statale "G.Bruno" di Mestre - Venezia
a maggioranza (1 astenuto e 1  contrario) il 29 maggio 

- Istituto Professionale "G.B. Garbin" di Schio (VI)
  a maggioranza (104 favorevoli e 4 contrari) il 14 giugno

- Istituto di Istruzione Superiore “ G.G. Trissino” di Valdagno (VI)
a maggioranza (81 favorevoli, 1 astenuto) il 19 giugno

venerdì 18 giugno 2010

Occupazione USP Vicenza del 14 giugno

da VicenzaPiù del 14 giugno


ArticleImage L'occupazione simbolica (foto VicenzaPiù) del Provveditorato agli Studi di Vicenza (ora Ufficio scolastico Territoriale) da parte di un centinaio di iscritti della Cgil Flc (Funzione lavoratori della Conoscenza) è terminata alle 15 dopo l'arrivo del Provveditore Franco Venturella, che ha incontrato i docenti ed il personale Ata (Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario, n.d.r.) della Cgil Flc. Il Provveditore ha parlato di tagli al personale ed alle retribuzioni su cui il Provveditorato non può nulla se non cercare di gestirli nella maniera più opportuna per raggiungere quello che è l'obiettivo della scuola pubblica: la qualità del servizio. I docenti ed il personale Ata della scuola hanno sottolineato la necessità di poter discutere nelle scuole, nei collegi docenti, gli effetti di una manovra finanziaria che con i tagli schianta uno dei capisaldi dello stato sociale italiano. È importante che il Provveditore abbia parlato di tagli e non di riforma o necessaria manovra finanziaria.
di Angela Mignano
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si entra nonostante i cartelli dissuasori

iscritti e non iscritti in attesa di Venturella...
 
e sugli scaffali dell'USP il pacco...

giovedì 10 giugno 2010

URGENTE INIZIATIVA PRECARI SUPERIORI!!!!!!

INIZIATIVA RIVOLTA AI COLLEGHI PRECARI e non solo

noi precari difesa scuola pubblica sollecitiamo tutti i precari delle scuole superiori ad aderie all'iniziativa proposta, non costa nulla ma può risultare incisiva....... 
DA LEGGERE CON ATTENZIONE  


Cari colleghi precari,
in vista della nomina da parte delle scuole per gli esami di recupero ad Agosto o Settembre, come precari dell'assemblea difesa scuola pubblica di Vicenza abbiamo pensato di mettere in atto una forma palese di protesta contro i tagli, attraverso un documento personale da:
  1. presentare al Preside
  2. farlo protocollare dalla segreteria
  3. richiedere che venga fatto pervenire ai genitori degli alunni con debito
  4. eventualmente leggerlo in collegio docenti o comunque distribuirlo ai colleghi
  5. inviare le adesioni di chi sottoscriverà il documento, (da adattare alle esperienze personali di ciascuno modificando i termini in corsivo), al seguente indirizzo mail mariateresa.fabris@poste.it . L'adesione può essere sottoscritta anche dai precari il cui contratto scade il 31/08.
  6. alla fine verrà prodotto un documento generale che verrà divulgato attraverso stampa.
Si ricorda:
  • l'assoluta legittimità a rifiutare la nomina visto il cessato rapporto contrattuale con la scuola.
  • La minima convenienza economica ad accettare l'incarico (la misura dell’indennità ordinaria di disoccupazione è determinata sulla base della retribuzione media lorda percepita nei tre mesi precedenti la data di cessazione del rapporto di lavoro e viene corrisposta in misura percentuale rispetto a tale retribuzione pari al 60% per i primi 6 mesi).
  • Il periodo di disoccupazione in cui si percepisce l’indennità viene coperto da contribuzione figurativa e l’accredito dei contributi avviene d’ufficio.
  • Se il rapporto di lavoro non va oltre i 5 giorni continuativi l’indennità viene sospesa limitatamente ai giorni di rioccupazione, (sono da considerare, agli effetti dei limite di 5 giornate, come giornate consecutive di lavoro anche quelle inframmezzare da giornate festive, come la domenica); se il rapporto di lavoro va oltre i 5 giorni l’indennità viene interrotta (con conseguente perdita di altri 8 giorni contributivi).
  • Nel caso di un unico contratto in più scuole, l'accettazione della nomina in una scuola obbliga il docente ad accettare la nomina nelle altre scuole (visto che il contratto è unico).
La non accettazione dell'incarico produrrà disagi ai presidi ma le nostre motivazioni chiare di rifiuto potranno stimolare una maggiore consapevolezza sia del contributo dato da noi precari all'attività scolastica, sia della disuguaglianza nei diritti contrattuali tra lavoratori della stessa categoria.

Termine ultimo raccolta adesioni 25 giugno 2010

OGNI OCCASIONE PER FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE 
NON DEVE ESSERE PERSA

....................

Al Dirigente scolastico dell'
Ai genitori degli studenti delle classi
Al Dirigente del CSA di
Al Ministro dell'Istruzione Gelmini


Il sottoscritto .............., docente di ........., precari(o)
comunica che:

revoca la propria disponibilità a svolgere gli esami di recupero (o a presenziare agli esami) ad Agosto (o Settembre) a causa della mera e semplice non convenienza economica

e per protesta contro:
  • l'incertezza sul numero dei posti disponibili a Settembre, causata dai tagli in nome di una riforma priva di contenuti didattici e pedagogici.
  • il possibile posticipo del periodo in cui avverranno le nomine e quindi la stipula dei contratti, con conseguente perdita dello stipendio per i precari e ore di lezione per gli studenti. Un ritardo nel computo dell'organico dovuto ad una legge attualmente non ancora entrata in vigore e imposta in modo affrettato pur di garantire i tagli economici dettati dalla l. 133/08.
  • il probabile congelamento delle previste immissioni in ruolo che colleghi aspettano da quasi 30 anni.
  • le contraddittorie dichiarazioni del Ministro Gelmini che da un lato sottolinea la necessità di dare incentivi economici agli insegnanti meritevoli e dall'altro definisce una misura equa il blocco triennale degli stipendi -tra i più bassi d'Europa - e degli scatti di anzianità.
La mia esperienza professionale di precari(o) ultra decennale l'ho maturata attraverso una gavetta svolta presso ogni tipologia di istituti superiori della mia provincia, in più scuole, sia serali che diurne contemporaneamente, con quel senso del dovere che ho sempre mantenuto vivo pur di fronte alle tante iniquità.
Ho lavorato grazie ad un'abilitazione che non ho dovuto elemosinare in un'altra Regione e tanto meno non sono mai incorsa in richiami da parte dei Dirigenti Scolastici per manifesta incapacità ed improduttività didattica e organizzativa al contrario dei fatti vissuti dall'attuale Ministro. ([Delibera del consiglio comunale n. 33 del 31/03/2000 di Desenzano del Garda dove il Ministro, capogruppo di Forza Italia è stata sfiduciata dalla sua stessa maggioranza per “manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa“).

Ora non mi resta che difendere la mia dignità di (lavoratrice e di donna), che ha sempre creduto che un comportamento onesto, sincero e coerente sia lo specchio del valore di una persona e l'elemento per raggiungere quella credibilità che conquista la fiducia dei ragazzi.

Mi scuso con i miei studenti e le loro famiglie, che sicuramente capiranno la mia decisione anche prima di vivere direttamente gli effetti della riforma, a partire dal prossimo anno scolastico.

Mi scuso con questo Istituto che lavora con serietà pur nelle evidenti difficoltà economiche.

Concludo ribadendo che un maggiore coraggio, da parte dei Dirigenti Scolastici, dei lavoratori della scuola e dei genitori, nel difendere la scuola pubblica, potrebbe limitare gli ulteriori tagli previsti dalla manovra finanziaria e il contemporaneo aumento delle risorse destinate alla scuola privata .

Luogo e data                                                                                 firma

domenica 6 giugno 2010

Sciopero degli scrutini in Veneto il 10 e l'11 giugno

da Cobas Comitati di Base della Scuola

lunedì 14 giugno: Occupazione USP Vicenza

da FLC Cgil scuola

Il giorno 14 giugno 2010
a partire dalle ore 12,00 e fino alle ore 16,00

la FLC di Vicenza 
occuperà il Provveditorato di Vicenza

(oggi UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO
DIREZIONE GENERALE Ufficio XIII - Ufficio Scolastico di Vicenza).

Contro la manovra del governo Berlusconi – Bossi, che colpisce pesantemente le lavoratrici ed i lavoratori della scuola, il Comitato Direttivo della FLC-CGIL di Vicenza ha deliberato (come forma di lotta alternativa allo sciopero) l’occupazione simbolica e pacifica del Provveditorato di Vicenza.

Invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori tutti ad aderire.

Qui il comunicato da affiggere all’albo sindacale

Incontro “Per noi la scuola non è finita”

Rifondazione comunista scuola organizza un incontro dal titolo

“Per noi la scuola non è finita”

per mercoledì 9 giugno alle ore 20.30 
nella sede della Federazione della Sinistra
in Via Mario 12 a Vicenza.

Per discutere di percorsi comuni in difesa della qualità della scuola pubblica, contro la politica scolastica del governo che anche con l’ultima manovra economica, taglia e svilisce un settore fondamentale per il futuro del Paese.
Sono invitati i lavoratori, gli studenti, i comitati, i rappresentanti della FLC/Cgil e del sindacalismo di base.

Alla faccia dell'equità

da Tuttoscuola
Alla faccia dell'equità
 
La manovra dei sacrifici? 
Non per la casta degli intoccabili


L'intervento messo in atto dal Governo per proteggere la nostra economia dalle speculazioni sui mercati finanziari chiede sacrifici un po' a tutti. A partire dai ministri, dai parlamentari e dai grand commis di Stato, sui cui stipendi è stato previsto un taglio del 10%.

Un segnale dal forte valore simbolico (l'effetto quantitativo è limitato per il basso numero di soggetti coinvolti) che ha incontrato un consenso, per una volta, bipartisan: la prima a sacrificarsi deve essere la classe dirigente, la "casta", per usare una definizione di moda. "Mal comune, mezzo gaudio", si potrebbe dire.

Ma guardando nei meccanismi di dettaglio della manovra si scopre qualcosa di inaspettato (forse anche a chi ha dato l'ok alle misure): il sacrificio richiesto alla "casta" è in proporzione ben minore di quello chiesto ad altre categorie, come i dipendenti pubblici.

Tuttoscuola ha analizzato cosa accadrà nel comparto della scuola, partendo dal personale dipendente fino ad arrivare ai sottosegretari (per quanto riguarda il ministro, essendo anche parlamentare, bisognerà attendere le deliberazioni annunciate dai presidenti di Camera e Senato al termine dell'iter parlamentare di conversione in legge del decreto sulla manovra economica).

Ecco l'impatto in ordine gerarchico in termini di riduzione percentuale rispetto al salario che si sarebbe avuto nel 2011 senza la manovra, e a seguire le spiegazioni. Una piramide rovesciata (e sproporzionata) che pone un problema di equità di intervento.
 

Per il personale un taglio del 11% in media (con punte del 15%)

Docenti, dirigenti scolastici, personale amministrativo, bidelli vengono colpiti dalla manovra su tre fronti: blocco del contratto collettivo nazionale, congelamento degli scatti di anzianità, indennità di buonuscita. Vediamo gli effetti.
  1. Il blocco del contratto collettivo nazionale, che avrebbe dovuto attivarsi da quest'anno, determinerà il congelamento della retribuzione attuale di tutto il personale (circa un milione e 100 mila dipendenti, di cui 880 mila di ruolo), con una perdita media stimabile intorno ai mille euro annui per dipendente rispetto a quanto avrebbero guadagnato tra un anno senza questo blocco.
  2. Il blocco degli scatti di anzianità per il prossimo triennio interesserà circa metà del personale con contratto a tempo indeterminato (330 mila docenti e 75 mila unità di personale Ata per complessive 405 mila persone, che non avranno il passaggio di posizione stipendiale (gradone), previsto ogni 6 anni. Il blocco per queste persone si tradurrà in perdite medie di circa duemila euro lordi annui (180 euro mensili), ma con picchi più elevati per taluni profili secondo la posizione stipendiale attualmente in godimento: il mancato aumento stipendiale sarà infatti molto pesante per chi aveva già l'anzianità utile per scattare al gradone successivo dal 2011 e più leggera a decrescere per chi l'anzianità utile la raggiungerà nei due anni successivi. Vediamo qualche esempio. I prof. delle superiori con 20 anni di carriera avrebbero avuto diritto, con lo scatto automatico di gradone, ad un aumento di quasi 3 mila euro annui (2.987,26 annui pari a 281 mensili); i direttori dei servizi amministrativi (DSGA) con 27 anni di carriera avrebbero avuto diritto ad uno scatto di importo annuo di 2.554,64 euro (212 mensili); o, ancora, i prof. di scuola media con 14 anni di carriera avrebbero avuto diritto ad uno scatto annuo di 2.178,54 (181 mensili). Nel caso estremo di queste figure professionali che avrebbero maturato il passaggio proprio dal 2011, il mancato aumento si confermerà per tutti e tre gli anni del triennio, raggiungendo alla fine del blocco, per qualcuno, un mancato introito complessivo di quasi 9 mila euro.
  3. Il congelamento della retribuzione e degli scatti di anzianità si ripercuoterà sulla pensione e sull'indennità di buonuscita (il Tfr dei dipendenti pubblici), con un effetto negativo variabile a seconda dell'anzianità contributiva e del profilo professionale, e toccherà negli anni tutto il personale.
E ora facciamo un po' di somme.

Anche lasciando da parte l'effetto sull'indennità di buonuscita e sulla pensione, che si sentirà solo al momento dell'uscita dal servizio, la quota aggiuntiva di stipendio che un insegnante avrebbe guadagnato nel 2011 prima di questa manovra (e che ora viene bloccata) sarebbe stata in media di 3 mila euro annui. Considerato che la retribuzione media attuale è di 24 mila euro all'anno e che con il previsto aumento di 3 mila euro avrebbe raggiunto nel 2011 i 27 mila euro, il taglio è quindi pari all'11%.

In particolare, un prof. di scuola media con 14 anni di carriera avrà una perdita del 12% rispetto allo stipendio in godimento (valore scatto mancato 2.178,54 euro annui, valore blocco del contratto di circa 1.000 euro annui, per una perdita totale di circa 3.200 euro annui su uno stipendio annuo di 23.444,75 che sarebbe arrivato a circa 26.600 euro); un prof. delle superiori con 20 anni di carriera ha una perdita che sfiora il 15%; un DSGA con 27 anni di carriera ha una perdita intorno al 12% del suo stipendio attuale.

Il taglio netto per i manager pubblici si ferma al 5%

Il taglio del 10% degli stipendi dei manager pubblici riguarda non l'intero emolumento, bensì soltanto una quota di stipendio al di sopra di un certo importo (150 mila euro). Tra i 90 e i 150 mila il taglio sarà solo del 5%, mentre per la quota di stipendio fino a 90 mila euro non ci sarà alcun taglio. La percentuale dei tagli sull'intera retribuzione, quindi, diventa di gran lunga inferiore a quel 10% di cui si è parlato.
Uno stipendio attuale di un manager pubblico dell'Amministrazione scolastica che sia pari a 250 mila euro annui si riduce a 237 mila (taglio complessivo del 5,2%); uno stipendio attuale di 200 mila si riduce a 192 mila (taglio complessivo del 4%); uno stipendio attuale di 100 mila si riduce a 99.500 (taglio complessivo dello 0,5%).

1.6.2010

Lettera di un'insegnante a Tremonti

da MicroMega


Lo scempio della scuola pubblica sotto la scure di Tremonti
di Mila Spicola

Ministro Tremonti,

dirà lei: non ne posso più di sentirvi, voi insegnanti. Molti lo stanno già dicendo insieme a lei. Eppure, non demordo. Ci sono due tipi di alunni svogliati: quelli che a furia di rimproveri continuano imperterriti a rifiutare qualunque invito alla responsabilità e quelli invece che, sentendosi ripetere sempre la stessa cosa, alla fine rinsaviscono per sfinimento. Voglio essere ottimista, annoverare lei tra i secondi e prenderla per sfinimento. Fosse anche una minima parte dello sfinimento che ho io, alla fine di quest’annus terribilis per la scuola italiana. Stanca, amareggiata, sconsolata, eppure lei non ci riesce a prendermi per sfinimento, continuo a protestare, come i soldati alle Termopili. Magari lei non ascolterà, ma qualche italiano di “buona volontà” , come si diceva una volta, sì.

Lei mi obbliga a violare la legge. Mi piacerebbe incontrarla per dirglielo guardandola negli occhi. Lei sta obbligando la maggioranza dei docenti italiani a violare la legge. E’ esattamente quello che accade in moltissime scuole italiane. Cosa significa infatti ammassare più alunni di quanti un‘aula può contenerne, se non violare la legge? Sono ben tre le norme violate: la normativa antincendio, quella per la sicurezza negli edifici scolastici e quella igienico sanitaria. Molti sanno che lei ha tolto ben 8 miliardi all’istruzione pubblica. “C’erano tanti sprechi e siamo in tempi di crisi, bisogna razionalizzare”, saggia e incontrovertibile affermazione. Così ha giustificato la cosa. Di contro, però, le spese militari ricevono 25 miliardi di euro e leggo in questi giorni di un bonus di 19 mila euro a classe per le scuole private e leggo anche di un aumento di circa 200 euro mensili per i colleghi di religione, buon per loro, non sia mai, ma allora non bloccassero i nostri per i prossimi secoli.

Mettiamoci d’accordo. C’è la crisi o no? Un giorno c'è, un giorno non c'è, un giorno è un "anatema psicologico delle sinistre" e l'altro giorno "dobbiamo fare sacrifici". Ma non tutti, attenzione: gli statali. Io mi sono arrovellata nel tentativo di capire dove fossero quegli sprechi quando, nell’agosto 2008, ho saputo degli 8 miliardi da togliere alla scuola pubblica. Ma lei ha fugato i miei dubbi: lo spreco era studiare l’italiano, e quindi via due ore. Lo spreco era studiare la tecnologia moderna e quindi via un’ora. Questo alle medie. Escano prima i ragazzi: così hanno tempo per riflettere. Lo ha detto il ministro Gelmini. Lo spreco era recuperare i bambini con difficoltà (cosa frequentissima nei contesti dove vivo e ho scelto di insegnare io, e cioè nelle periferie), e quindi via le compresenze in talune ore di due maestri nelle elementari: a questo servivano, caro ministro. Il tutto eseguito con la furia di un boscaiolo cieco che ha distrutto chiome sane, piante rigogliose e qualche ramo secco, ma troppo pochi, in cambio della distruzione della nostra foresta amazzonica: il polmone del nostro futuro. Quelle due ore d’italiano e le compresenze servivano anche a coprire le assenze dei colleghi senza ricorrere a supplenze esterne. Inoltre: aumentiamo i ragazzi per classe: fino a 30, 33, ma sì. Realizziamo un bel parcheggio per ragazzi, non una scuola certamente. Del resto sono altre le fonti vere della formazione: la vita, la strada, la televisione, il computer. Per chi vuole studiare veramente ci sono le scuole private. Studiare cosa e come poi è da vedere.
continua ...

Il paese dei balocchi

da repubblica.it

Il paese dei balocchi
di FRANCESCO MERLO

25 maggio 2010

Da ministra del rigore a ministra del tempo libero, da sacerdotessa dello studium a fanatica dell'otium, da bacchetta che castiga a sbracata Lucignola che vuole mandare tutti i bimbi italiani nel paese dei balocchi.
Insomma "per favorire il turismo" la ministra dell'Istruzione Mariastella Gelmini vuole ritardare di un mese l'apertura dell'anno scolastico, dai primi di settembre ai primi di ottobre. Attenzione: non per ragioni didattiche né per qualche forma, sia pure contorta o distorta, di saggezza pedagogica, ma soltanto per allungare la vacanza, per aiutare l'industria del tempo libero, per fare divertire di più i ragazzi italiani che solitamente bastona e per fare riposare di più i professori contro i quali scaglia lampi ed emette tuoni.

Dopo avere maltrattato gli insegnanti come fannulloni ignoranti e avere insultato gli studenti come somari e pelandroni, dopo avere predicato il ritorno alla disciplina e al faticoso impegno, Nostra Signora dei Grembiulini ha dunque scoperto la virtù della pigrizia rilanciando il sogno di tutti gli asini del mondo e persino riproponendo quel modello sessantottino contro il quale si batte in maniera ossessiva: viva la strada che libera gli istinti e abbasso la scuola che li reprime.

Persino la Lega che solitamente incoraggia e istiga le numerose e creative riforme antimeridionali, xenofobe e anti eruopee della Gelmini, ha obiettato alla ministra che le mamme che lavorano non saprebbero letteralmente "dove mettere i bambini" e che la legge italiana impone agli insegnanti almeno duecento giorni di didattica l'anno, che è lo standard europeo del diritto allo studio.

Se non assistessimo all'agonia di un'istituzione che la ministra ha deciso di far saltare ogni mattina nel cerchio di fuoco potremmo limitarci a ridere per questa incoerente sparata a favore del torpore e della lentezza degli italiani che la ministra vorrebbe stiracchiare sino all'autunno, come ai tempi del libro Cuore, quando la scuola cominciava il 17 ottobre perché il signorino Carlo Nobis aveva bisogno di tre mesi di villeggiatura per rilassarsi e il muratorino, che era bravo a fare "il muso di lepre", ne aveva necessità per lavorare, come Precossi, figlio del fabbro ferraio e come Coretti che "si leva alle cinque per aiutare suo padre a portar legna e alle 11 nella scuola non può più tenere gli occhi aperti".

In realtà la Gelmini resuscita il morto per ammazzare il vivo. Non è vero che vuole tornare alla scuola di De Amicis perché coltiva nobili rimpianti, ma solo per ridurre i costi e malmenare ancora gli odiatissimi professori, i nuovi straccioni d'Italia. È per soldi che la Gelmini si è subito gettata su questa proposta del suo compagno di partito, il carneade Giorgio Rosario Costa, un commercialista di Lecce che sinora si era fatto notare proponendo l'istituzione dell'Albo Nazionale dei Pizzaioli, e che adesso deve averla sparata così tanto per spararla e non gli pare vero di essere stato cooptato dalla ministra nell'Accademia dei Saggi e degli Equilibrati.

Ormai gli italiani - anche quelli che la votano - hanno capito che la Gelmini ha una sola ossessione: tagliare, contabilizzare, chiudere e, insieme con l'agitatissimo Brunetta, umiliare e cacciare via. È infatti evidente che spostando l'inizio delle lezioni ad ottobre lo Stato risparmierebbe un mese di stipendio ai precari che per la ministra sono come la Comune di Parigi o la Moneda di Allende, le ultime roccaforti del potere sindacale e della sinistra miserabile. Più in generale se davvero riuscisse ad allungare le vacanze scolari di un altro mese la Gelmini taglierebbe le unghie a tutti gli insegnanti italiani contro i quali sta già per avventarsi la manovra economica con il blocco degli scatti automatici di anzianità e di qualsiasi rinnovo contrattuale. Che cosa vogliono questi fannulloni ai quali lo Stato ha regalato un altro mese di vacanze? Ecco un'idea di buon governo: togliere il lavoro a qualcuno per poi punirlo come scansafatiche, perdigiorno e parassita.

In realtà con l'ossessione che il libro e i processi formativi sono in mano alla sinistra, e con la missione di trasformare gli insegnanti nel nuovo sottoproletariato italiano la Gelmini aggredisce ogni volta che può il già malandato tempio attorno al quale si organizza l'Italia come comunità, il luogo che tiene in piedi la democrazia, lo studium appunto che - mai ci stancheremo di ripeterlo - vuol dire amore, passione e dunque vita: "A Barbiana tutti i ragazzi andavano a scuola dalla mattina presto sino alla sera tardi, estate e inverno, e non c'era ricreazione e non si faceva vacanza neppure la domenica".

venerdì 4 giugno 2010

Documento comune Secondarie 2° grado: le approvazioni continuano

Dai riscontri ricevuti fino ad ora il documento proposto dall'Assemblea difesa Scuola Pubblica è stato approvato dai Collegi docenti delle scuole :

- Istituto Professionale "A. Da Schio" di Vicenza
  all'unanimità il 14 maggio

- Istituto Tecnico "A. Rossi" di Vicenza
  a maggioranza (100 favorevoli, 3 contrari, 6 astenuti) il 17 maggio

- Istituto Professionale "B. Montagna" di Vicenza
  a maggioranza (111 favorevoli, 5 contrari, 1 astenuto) il 18 maggio

- Liceo Scientifico “ E. Mattei” di Castrovillari (CS)
  all’unanimità il 18 maggio 2010

- Istituto di Istruzione Superiore “Martini” di Schio (VI)
  all'unanimità il 17 maggio 2010

- Istituto Tecnico “S. Boscardin” di Vicenza
  a maggioranza (131 favorevoli, 2 contrari, 2 astenuti) il 21 maggio 2010

- Istituto Tecnico Industriale “Enrico Fermi” di Roma
all’unanimità il 24 maggio 2010

- Istituto Statale Magistrale “D.G. Fogazzaro” di Vicenza
all'unanimità il 25 maggio 2010

- Istituto di Istruzione Superiore “ G. Brotzu” di Quartu Sant’Elena (CA)
a maggioranza (2 voti contrari) il 20 maggio 2010

- Liceo Scientifico Statale "G.Bruno" di Mestre - Venezia
a maggioranza (1 astenuto e 1 contrario) il 29 maggio